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Radiofrequenza per il viso: costi, risultati, effetti collaterali e controindicazioniradiofrequenzaviso

Cos’è la radiofrequenza per il viso? Quali sono i costi, i risultati, gli effetti collaterali e le controindicazioni? La radiofrequenza viene utilizzata in ambito medico ed estetico per contrastare i segni dell’invecchiamento cutaneo. Questo strumento non invasivo nè doloroso è indicato, infatti, per migliorare la qualità della pelle attenuando i principali inestetismi legati all’età quali ad esempio rughe, cellulite o presenza di tessuti meno elastici o poco tonici.

Costi e risultati

Bastano poche sedute di radiofrequenza per iniziare a vedere risultati visibili. Le onde elettromagnetiche, infatti, riattivano il sistema linfatico e incentivano la produzione naturale del collagene e dell’acido ialuronico. Grazie all’ossigenazione naturale, questa metodologia non invasiva permette di ottenere un buon effetto lifting e di migliorare la mircocircolazione cutanea e linfatica. La radiofrequenza è anche indicata contro gli inestetismi causati dalla cellulite e aiuta a drenare l’organismo agendo sugli accumuli causati dalla ritenzione idrica. Grazie allo sviluppo del calore, infine, tonifica in profondità i muscoli e i tessuti. Il numero di sedute necessarie per ottenere un risultato ottimale varia a seconda della tipologia di pelle, del livello di invecchiamento cutaneo e dell’estensione della zona da trattare. Mediamente sono necessari da due a quattro trattamenti il cui costo varia da 1.500 a 4.000 euro l’uno.
Effetti collaterali e controindicazioni
Un trattamento di radiofrequenza eseguito da personale non esperto o impreparato può avere delle controindicazioni importanti per la pelle. E’ importante, quindi, rivolgersi a centri estetici o ambulatori nei quali operino medici estetici qualificati. I risultati della radiofrequenza tendono ad essere duraturi nel tempo, ma generalmente sono necessarie più sedute a distanza di tempo. Un uso scorretto o improprio dello strumento può talvolta causare effetti collaterali importanti quali ustionicutanee, gonfiori, infezioni o arrossamenti della pelle. La radiofrequenza, inoltre, non è indicata per persone con patologie particolari o per soggetti che assumono farmaci anticoagulanti. E’ importante, quindi, che il medico fornisca tutte le informazioni necessarie al paziente e faccia firmare il consenso informato prima di procedere con la seduta. E’ controindicato, infatti, che donne in gravidanza, portatori di pace maker, cardiopatici, persone affette da aritmia cardiaca o epilessia si sottopongano a questo tipo di trattamento.

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PELLE SECCA: RIMEDI NATURALI E ALIMENTAZIONE

Pelle secca: rimedi naturali e alimentazione

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Pelle secca: quali rimedi naturali utilizzare? A quale alimentazione adeguata ricorrere? Può capitare che la nostra cute sia secca e screpolata e il tutto, oltre che dalla stagione in cui ci troviamo, può dipendere anche dalle sostanze nutritive che riusciamo ad apportare al nostro organismo attraverso la dieta. Proprio per questo è importante condurre un’alimentazione equilibrata, conoscendo quali sono i cibi più adatti a garantire la salute della cute. Spesso è una questione di mancanza di idratazione e, quando il miglioramento della dieta non basta, ci sono molti rimedi naturali, che possono essere utilizzati da applicare direttamente sull’epidermide.

I rimedi naturali

Contro la pelle secca, un rimedio naturale da non dimenticare è costituito dal miele, che fa parte degli antibiotici naturali molto utili. Proprio il miele può essere utilizzato per una maschera per il viso, unito all’olio essenziale di lavanda. Questo composto serve a nutrire la pelle. Qualche attenzione anche al momento di struccarsi. Invece di usare il solito olio cosmetico, si può provare con karitè e argan, che sono entrambi ricchi di vitamina E.

Per la pelle secca va bene anche l’olio d’oliva, unito all’olio di mandorle, alla rosa mosqueta, all’avocado e al cocco. Da non dimenticare nemmeno l’olio di borragine, che presenta un’alta concentrazione di omega 6 e proprio per questo riesce a riequilibrare l’epidermide: può essere spalmato direttamente sulla pelle. Ogni tanto prova a concederti uno scrub naturale, per rimuovere le cellule morte.

Esiste una ricetta fai da te molto interessante, che si può preparare facilmente, mescolando zucchero e olio di lavanda oppure mettendo insieme un pugno di sale, 3 cucchiai di miele e 2 di yogurt. Una maschera idratante che si può utilizzare è quella composta da una banana, mezzo limone e 2 cucchiai di olio d’oliva. Bisogna ridurre la banana in poltiglia, schiacciandola con la forchetta. Poi si uniscono il succo di limone e l’olio e si mescolano tutti gli ingredienti per ricavare una crema omogenea da applicare sul volto. A fine trattamento ci si risciacqua con l’acqua tiepida.

L’alimentazione

L’alimentazione contro la pelle secca deve badare come prima cosa a conservare l’idratazione. Ecco perché è opportuno nutrirsi soprattutto di acidi grassi polinsaturi omega 3 e omega 6, che si trovano soprattutto nel pesce, nelle mandorle, nelle noci e nell’olio. Queste sostanze nutritive rafforzano le membrane cellulari e sono utili per ridurre le perdite di acqua. Quest’ultima deve essere bevuta sempre nell’arco di tutta la giornata: occorre berne da uno a 2 litri, senza trascurare di assumere la giusta quantità di frutta e verdura, che contengono molti liquidi, ma anche sali minerali e vitamine preziose per il benessere della pelle.

Molto importanti sono le giuste dosi di vitamina A, che è contenuta soprattutto in alcuni alimenti di origine animale, come uova, burro e formaggi. Non bisogna di certo esagerare e, se si vuole contare su una riserva sempre pronta di questa vitamina, è opportuno mangiare vegetali di colore arancione o a foglia verde scuro. Proprio questi ortaggi sono ricchi di betacarotene, che, quando serve, viene trasformato dall’organismo in vitamina A.


IL PEELING

IL PEELING



Il peeling, come trattamento per levigare e migliorare l’aspetto della cute, è conosciuto fin dall’antichità. Numerose testimonianze ci pervengono dall’ Egitto, dalla Grecia, dalla Turchia, dall’ India e da Babilonia. Infinite sono le sostanze utilizzate: zolfo, pomice, polveri minerali, polveri di piante e fiori finemente macinate e miscelate a sostanze ed ingredienti di origine vegetale. 

In epoca moderna, l’utilizzo e le sperimentazioni con vari tipi di peeling, ci riportano a P.G. Unna, dermatologo tedesco, che studiò e sperimentò con successo numerose sostanze e metodiche peeling. Infatti, nel 1882, descrisse, sperimentò e pubblicò  i risultati ottenuti con l’impiego dell’acido salicilico , della resorcina , del fenolo e del tricloracetico
Un dermatologo inglese, Mackee, utilizzò e sperimentò, pubblicandone i risultati nel 1952, il fenolo per il trattamento delle cicatrici post-acneiche. Si deve a La Gassè la tecnica occlusiva post-peeling al fenolo, sperimentata durante la prima guerra mondiale e  importata negli USA dalla nipote Antoinette negli anni ‘ 30 e ‘ 40, per il trattamento delle rughe e delle cicatrici post-acneiche. 
L’uso del tricloracetico, dell’acido salicilico e dell’acido lattico, è divenuto sempre più popolare dagli anni ‘ 70 agli ani ‘ 80, periodo in cui Van Scott, Yu e Murad divulgarono i risultati ottenuti nella terapia di numerosi inestetismi e patologie cutanee con l’utilizzo dell’acido glicolico e degli AHA in generale.

Che cosa è il peeling

La pelle è un organo dinamico. Ogni giorno lo strato corneo elimina, attraverso un meccanismo fisiologico, un numero infinito di cellule cheratinizzate. Il peeling chimico è una forma accelerata di esfoliazione che avviene attraverso l’uso di una sostanza chimica. Un peeling molto superficiale accelera l’esfoliazione naturale dello strato corneo, mentre un peeling che agisce a livello più profondo crea necrosi e infiammazione nell’epidermide, nel derma papillare o nel derma reticolare. 
Il peeling chimico crea evidenti cambiamenti nella pelle attraverso tre meccanismi d’azione:

  1. Stimolazione del turnover cellulare attraverso la rimozione delle cellule morte dello strato corneo. 
  2. Eliminazione di cellule epidermiche danneggiate e degenerate, che saranno rimpiazzate da cellule epidermiche normali. Questo risultato sarà particolarmente evidente nel trattamento delle cheratosi attiniche e delle pigmentazioni anomale
  3. Introduzione di una reazione infiammatoria e attivazione dei mediatori dell’infiammazione (un meccanismo ancora poco conosciuto) che attiva la produzione di nuove fibre di collagene e di glicosaminoglicani (meccanismi rivitalizzanti del derma)

Dal momento che peeling che agiscono a livelli epidermici profondi comportano anche rischi di complicazioni ed esiti indesiderati, è indispensabile eseguire trattamenti e terapie che ottengono eccellenti risultati con il minor rischio possibile. 
E’ questo il concetto moderno di peeling: eseguendo varie sedute di peeling superficiali o di media profondità otterremo, attraverso un risultato cumulativo, risultati estetici eccellenti e duraturi senza rischi di effetti indesiderati.

Indicazioni al peeling chimico

  • Cheratosi e invecchiamento cutaneo 
  • Discromie 
  • Cicatrici post – acneiche 
  • Acne volgare e rosacea 
  • Radiodermiti 
  • Smagliature 
  • Dermatite seborroica

Classificazione dei vari tipi di peeling 
(secondo Mark G. Rubin, Dermatologo della University of California di San Diego)

  • Peeling molto superficiale: questo tipo di peeling rimuove soltanto lo strato corneo superficiale 
  • Peeling superficiale: questo tipo di peeling crea necrosi di una parte o di tutto lo strato epidermico arrivando allo strato basale dell’epidermide 
  • Peeling di media profondità: questo tipo di peeling crea necrosi dell’epidermide e di parte del derma papillare 
  • Peeling profondo: questo tipo di peeling crea necrosi dell’epidermide, del derma papillare e può estendersi fino al derma reticolare

Le sostanze chimiche utilizzate:

  • Acido retnoico 
  • 5-Fluorouracil (5-Fu) 
  • Jessner’ s Solution 
  • Resorcina 
  • Acido salicilico 
  • Acido tricloracetico 
  • Alfa-idrossi-acidi 
  • Alfa-Keto-acidi (acido piruvico) 
  • Fenolo

La profondità del peeling dipende da numerosi fattori, quali:

  1. Il tipo di sostanza utilizzata 
  2. La concentrazione della sostanza utilizzata 
  3. Il numero dei passaggi con la sostanza prescelta sulla stessa zona di pelle 
  4. La tecnica di applicazione 
  5. La preparazione della pelle nella fase pre-trattamento 
  6. Il tipo di trattamento cutaneo nel periodo precedente il peeling 
  7. Il tipo di pelle del paziente 
  8. La zona di cute trattata 
  9. Il tempo di posa dell’agente chimico prescelto sulla pelle

Considerando tutte queste variabili, è naturale comprendere che qualsiasi classificazione relativa ai vari tipi di peeling non può essere classificata in maniera matematica, dal momento che con la stessa sostanza possiamo ottenere su un tipo di pelle un risultato superficiale, mentre su un altro tipo di pelle un peeling medio – profondo. 
Naturalmente l’esperienza, la competenza e la sensibilità del medico sono condizioni indispensabili per la riuscita della terapia.

Trattamento preliminare

Per la preparazione corretta della pelle si consiglia l’uso di formulazioni domiciliari contenenti alfa – idrossi – acidinelle due settimane precedenti il peeling. 

Questo tipo di preparazione della cute consente di ottenere un risultato più evidente e una più rapida riepitelizzazione. Tale più rapida riepitelizzazione  diminuisce il rischio di infezioni e complicanze. L’uso di cosmetici contenenti acido glicolico , nelle settimane precedenti il peeling, assicura allo stesso modo una più veloce riepitelizzazione e guarigione della pelle. Inoltre l’uso di queste sostanze e acido glicolico come metodiche di preparazione ad un peeling chimico, riducono l’incidenza di iperpigmentazioni post-infiammatorie. 

Anche l’uso di sostanze depigmentanti (idrochinone, acido cogico, acido azelaico), è consigliabile per prevenire ed attenuare la comparsa di iperpigmentazioni post-infiammatorie. Il meccanismo d’azione di queste sostanze è quello di inibire la tirosinasi , enzima responsabile della conversione della tirosina in L-dopa. Quindi, utilizzando per qualche settimana prima di un peeling una sostanza ad effetto schiarente che blocca la tirosinasi, e impedisce la deposizione della melanina sulla superficie cutanea, diminuisce notevolmente il rischio di reazioni post-infiammatorie e di pigmentazioni anomale.

Sostanze preparatorie al peeling chimico

  • AHA 
  • Idrochinone 
  • Acido cogico 
  • Sunblock

Il paziente che desidera sottoporsi ad un peeling chimico deve essere correttamente informato sulle modalità del trattamento stesso:

  1. Che tipo di benefici si possono ottenere. 
  2. Quali sono i tempi di guarigione. 
  3. Quali sono i disagi che deve affrontare nel periodo post- peeling. 
  4. Quali sono i rischi della procedura. 

L’informazione corretta e puntuale sulle reazioni cutanee, sul comportamento ed il protocollo domiciliare post-peeling che il paziente deve gestire nel periodo successivo al trattamento è importante per stabilire un rapporto di perfetta collaborazione tra il medico ed il paziente ed ottimizzare i risultati. E’ inoltre importante nella fase preliminare, preparatoria mostrare al paziente una documentazione fotografica esauriente e significativa dei casi precedentemente trattati e del tipo di risultato ottenuto. E’ necessario inoltre fotografare il paziente per documentare gli inestetismi e le patologie presenti sulla pelle prima del trattamento. Generalmente, il paziente dimentica come era la sua cute prima del trattamento. La documentazione fotografica serve soprattutto a documentare la presenza di inestetismi, neoformazioni (nevi, teleangectasie, cicatrici) presenti prima dell’applicazione, che potrebbero in seguito essere imputate al peeling. E’ molto importante, inoltre, far firmare il consenso dal paziente. 

Peeling con TCA (acido tricloracetico)

L’acido tricloracetico è una delle sostanze più usate e studiate per la realizzazione di peeling di media profondità.

Caratteristiche:

  • Non è tossico; 
  • Può essere usato, a seconda della concentrazione utilizzata, per realizzare peeling superficiali, di media profondità e peeling profondi. 
  • Non è costoso; 
  • E’ una sostanza stabile; 
  • Non deve essere neutralizzato; 
  • La profondità del peeling è correlata con l’intensità del frost; 
  • Può essere ripetuto più volte sullo stesso paziente.

Il protocollo di trattamento del peeling con TCA, anche con l’utilizzo di differenti concentrazioni, è simile. Possono essere utilizzate concentrazioni che variano dal 10 al 40 %. In generale concentrazioni dal 10 al 25 % sono usate per la realizzazione di peeling superficiali, intraepidermici, mentre concentrazioni dal 30 al 40 % sono utilizzate per realizzare peeling che arrivano a livello del derma papillare. La penetrazione della sostanza peeling è influenzata da numerose variabili, tra le quali il tipo di pelle e lo spessore, il metodo di applicazione della sostanza, la preparazione della pelle al peeling, etc. Un fattore molto importante, per ottenere un risultato soddisfacente, è la corretta valutazione dei differenti spessori cutanei. Il medico esperto valuterà le differenti aree cutanee ed applicherà le concentrazioni adatte, a seconda delle differenti aree di pelle, valutando il numero dei passaggi ed il tempo di posa.

Indicazioni per il peeling al TCA:

  • Invecchiamento cutaneo, elastosi;  
  • Discromie , iperpigmentazioni, melasma gravidico; 
  • Cheratosi; 
  • Esiti cicatriziali post-acneici; 
  • Smagliature; 
  • Esiti cicatriziali post-chirurgici; 
  • Dermatite seborroica e rosacea.

L’acido tricloracetico (TCA), può essere utilizzato da solo o in combinazione con altre sostanze e metodiche: con la soluzione di Jessner, con l’acido glicolico, con la microdermoabrasione. L’utilizzo in combinazione con altre metodiche è in genere finalizzato al raggiungimento di risultati più evidenti e duraturi.

Trattamento post peeling

Il paziente deve essere correttamente informato sulle procedure post peeling, per evitare disagi e complicanze;

  • La pelle deve essere detersa con un detergente delicato, risciacquata con cura ed estrema delicatezza. E’ necessario, dopo il risciacquo, asciugare la cute evitando qualsiasi tipo di sfregamento o irritazione per non provocare esfoliazione precoce in qualche zona di pelle (utilizzare asciugamani di lino, evitando quelli di spugna) 
  • Nei giorni post-peeling è necessario mantenere la cute costantemente protetta con un prodotto emolliente, che dovrà essere applicato con delicatezza, evitando manovre manuali aggressive. 
  • Il tempo di guarigione varia, a seconda della concentrazione utilizzata. Dai 4 giorni con le concentrazioni dal 10 al 15 %, da 8 a 12 giorni con concentrazioni superiori. 
  • E’ importante, infine,, raccomandare al paziente di evitare in maniera assoluta esposizioni al sole o a lampade UVA – UVB, soprattutto nel caso di pelli scure e predisposte ad iperpigmentazione, per almeno due mesi dopo l’applicazione del peeling. Si raccomanda di usare con estrema disciplina, ogni giorno, un prodotto protettivo contenenti schermi e filtri solari protettivi, anche in casa.


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CELLULITE E CAVITAZIONE ESTETICA

CELLULITE E CAVITAZIONE ESTETICA

La cavitazione estetica potrebbe anche essere descritta come forma di liposuzione senza intervento. Infatti, a differenza della classica liposuzione meccanica, non prevede interventi invasivi, anestesia o altre forme chirurgiche, perché tramite l’utilizzo di un macchinario che semplicemente tocca la pelle ed emette ultrasuoni, si può ottenere lo smaltimento del grasso superfluo contenuto nelle cellule adipose.

La cavitazione estetica è una metodologia che aiuta a combattere la cellulite tramite gli ultrasuoni che rompono le cellule adipose che verranno poi eliminate per vie naturali dal corpo attraverso l’urina.

Ogni seduta che viene effettuata permette di ridurre di un paio di centimentri la circonferenza di cosce, glutei e pancia, ed i risultati sono stabili nel tempo se associati ad uno stile di vita sano, una corretta alimentazione ed un po’ di esercizio fisico.

Indicazioni:

  • Dopo l’intervento di cavitazione si suggerisce di bere molta acqua, e di sottoporsi ad un massaggio drenante che induce l’eliminazione delle cellule distrutte dagli ultrasuoni.
  • Si può intervenire su qualunque area del corpo (cosce, addome, pancia, glutei, braccia..)

    cellulite

  • E’ importante sottolineare che le frequenze sono mirate all’intervento sul tessuto adiposo senza interessare gli altri organi.
  • E’ indicato per pazienti che presentano accumuli di adiposità localizzate o i primi stadi della cellulite, i quali possono essere trattati senza intervento di lipoaspirazoioni e liposuzione.
  • Si raccomanda inoltre una corretta igiene di vita, composta da: attività fisica, dieta equilibrata, poco sale, massaggi.
  • Specifica per la “culotte de Cheval”, la cavitazione è indicata anche per affinare la vita, oppure per eliminare le “maniglie dell’amore”, anche nei pazienti di sesso maschile.


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PELI INCARNITI: I RIMEDI PER ELIMINARLI

Peli incarniti: i rimedi per eliminarli

peli incarniti costituiscono un vero e proprio disagio, perché, invece di svilupparsi verso l’esterno, crescono all’indietro o di lato, rimanendo intrappolati sotto la pelle e determinando rossore e infiammazione. Si possono trovare nella barba, sul mento, nelle sopracciglia, sul seno, sulle gambe e all’inguine. Si osservano maggiormente nelle aree cutanee che sono sottoposte a trattamenti di rasatura e di epilazione. A volte possono procurare delle lesioni, delle pustole o dei foruncoli, accompagnandosi ad infezioni, anche se in genere non provocano problemi.

I rimedi

I peli incarniti tendono a guarire spontaneamente, tuttavia è possibile ricorrere a dei trattamenti specifici, che si configurano come degli ottimi rimedi. Si può operare con ago sterile ed alcool: il pelo va rimosso, anche con l’aiuto di una pinzetta.

Ci sono dei prodotti chimici usati per la depilazione, sotto forma di creme, che si dimostrano efficaci nell’evitare che si ripresenti il problema, oltre che nell’asportazione.

prodotti estetici indeboliscono la struttura del pelo e impediscono che esso possa ricrescere all’indietro. Tuttavia bisogna ricordarsi di non applicare questi prodotti, se la pelle non è integra.

Ci sono anche metodi di rimozione alternativi, come l’elettrolisi o la depilazione laser. Se si è in presenza di un’infezione, che si manifesta anche con ascessi cutanei e pus, il medico ci potrà prescrivere degli antibiotici, che in genere sono a base di sostanze apposite, come l’eritromicina e la clindamicina.

I corticosteroidi vanno usati soltanto in presenza di una forte infiammazione. A volte il medico può prescrivere anche delle creme a base di acido cogico, salicilico, glicolico. 

Ricordiamoci che le piccole infezioni cutanee possono essere trattate anche con ittiolo, un unguento di origine naturale.

La prevenzione

La prevenzione può essere effettuata con degli accorgimenti che riducono il rischio di ricomparsa. Innanzi tutto è importante idratare e nutrire la pelle, anche dopo la rasatura.

Il discorso vale soprattutto per la cute secca, che può essere ammorbidita anche con acqua calda. Molto utili sono anche i trattamenti esfolianti con scrub naturali, come, ad esempio, quello a base di zucchero o sale.

Soprattutto gli uomini dovrebbero usare delle precauzioni quando si radono, evitando di tagliare la barba in senso contrario alla crescita del pelo e non radendosi troppo. Inoltre è importante non esercitare una pressione eccessiva nel corso della rasatura. Sarebbe meglio alternare i metodi di rasatura.


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Macchie solari sul viso e sulla pelle.

Macchie solari sul viso e sulla pelle: tutti i rimedi, naturali e non

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Contro le macchie solari sul viso e sulla pelle, scopriamo tutti i rimedi, naturali e non. Questi inestetismi sono sempre più diffusi e possono presentarsi ad ogni età. Spesso si crede che queste macchie siano determinate soltanto dai raggi del sole, ma non è proprio così. Di certo l’esposizione solare ha una certa influenza, ma in genere sono da attribuire ad un processo rallentato di rinnovamento cellulare dell’epidermide.

I rimedi

rimedi per le macchie solari non sempre si rivelano efficaci, perché, una volta che le macchie sono già comparse, è difficile riuscire a cancellare dalla “memoria” cellulare l’alterazione che si è prodotta. Infatti, nel caso in cui non utilizzeremo una protezione solare adeguata, le macchie tenderanno a ripresentarsi, anche dopo tanto tempo. È bene tenere presente che si possono mettere in atto trattamenti dermatologici specifici, che tuttavia sarebbero da evitare in estate.

In ogni caso è sempre opportuno rivolgersi ad un esperto dermatologo, che saprà consigliarci certamente la giusta soluzione. Per esempio si può ricorrere delle creme schiarenti, che vanno usate la sera, non trascurando comunque, durante il giorno, le creme solari ad elevata protezione. Da evitare assolutamente le esposizioni eccessive, soprattutto nelle ore più calde della giornata e coprire le zone della pelle interessate dalle macchie solari con un cerotto. 

I rimedi naturali

Molto importanti sono i rimedi naturali per le macchie solari. Possiamo ricorrere, per esempio, al gel di aloe vera. Il prodotto va applicato con regolarità sui punti critici e, a poco a poco, con la costanza degli impacchi, gli inestetismi si attenuano e possono anche scomparire. L’olio di rosa mosqueta è una sostanza vegetale molto utile. Esso riesce a rinnovare l’epidermide e attenua le macchie determinate dall’esposizione al sole. Un altro rimedio è costituito dal decotto di radice di genziana, che va applicato sulla cute per circa 15 o 20 minuti. Infine si risciacqua con delicatezza. Possiamo provare anche con il succo di limone. Bastano soltanto poche gocce, che vanno applicate la sera prima di andare a dormire. Ideale per questo tipo di impacchi anche il succo di limone con l’acqua di rose.

Altre sostanze naturali che possiamo utilizzare sono il bicarbonato di sodio e l’amido di mais. Il primo serve ad esfoliare la pelle e va spalmato sulle zone interessate dalle macchie sotto forma di una pastella realizzata con l’acqua tiepida. L’amalgama deve agire per almeno 15 minuti. Con l’amido di mais si può fare un impacco. Basta unirne un cucchiaio al succo di limone e all’acqua tiepida. In questo modo si può fare anche una maschera per il viso.

Fra gli oli essenziali da utilizzare, benefici sono quello di carota e quello di sedano. Poche gocce possono essere versate anche nel barattolo della crema per il viso. Che ne dite, invece, della farina d’avena e dello yogurt? Si prepara un composto, che va strofinato sulla pelle e va lasciato riposare per almeno 10 minuti. Se la nostra cute è particolarmente grassa, possiamo ottenere un risultato migliore, aggiungendo del succo di limone. Efficace è anche il decotto di betulla, che si può bere come tisana o si può utilizzare a livello topico, lasciandolo raffreddare e applicandolo sulle macchie.

Vi consigliamo una maschera da preparare con ingredienti naturali. Servono: 2 vasetti di yogurt bianco magro, 6 cucchiai di farina d’avena, 5 cucchiai di aceto di mele, 2 di gel di aloe vera e un cucchiaino di olio di ricino. Il procedimento per preparare questa maschera naturale è molto facile: si mettono tutti gli elementi in una ciotola e si dosa la cremosità dell’amalgama, regolandosi con la farina e lo yogurt. Poi il composto va posto in frigo e deve restarci per almeno 6 ore. Dopo aver mescolato, usatelo spalmandolo sul viso e lasciate agire per 30 minuti. Infine risciacquate con acqua tiepida. L’operazione andrebbe ripetuta per almeno 3 volte a settimana, soprattutto la sera.

I trattamenti dermatologici

trattamenti dermatologici per le macchie solari dovrebbero essere praticati soprattutto in autunno. Il discorso vale soprattutto per quelli più forti, come la crioterapia, il peeling di depigmentazione, il laser o la luce pulsata in grado di bloccare la produzione di melanina. Da valutare bene comunque quando usare e quando non usare il laser. Per sottoporsi a questo tipo di trattamenti estetici, è buona norma non ricorrere semplicemente all’estetista, ma recarsi in ospedale o in strutture sanitarie apposite, per evitare possibili rischi.

I consigli per la prevenzione

La prevenzione delle macchie solari è fondamentale. In questo senso non bisogna trascurare di ricorrere alla protezione solare, tenendo in considerazione anche il proprio fototipo. Non si dovrebbe cercare a tutti i costi di puntare ad un fattore di protezione basso. La crema solare va applicata non appena si arriva in spiaggia, dopo che si è fatto il bagno e nel corso dell’esposizione, perché il sudore può limitarne l’efficacia. In ogni caso non si dovrebbe esporre almeno dalle 13 alle 15. Le regioni più delicate del viso andrebbero protette con prodotti specifici ed è meglio non usare profumi o lozioni che contengono alcool.

Anche l’alimentazione è fondamentale. Soprattutto si dovrebbero consumare frutta e verdura e sono da preferire i frutti con la polpa gialla, che riescono a favorire l’abbronzatura, proteggendo la pelle dagli effetti dannosi provocati dai raggi del sole. Via libera quindi a pesche, albicocche, melone, carote e agrumi. Volendo, chi non ama i prodotti ortofrutticoli potrebbe ricorrere a del betacarotene in compresse, da assumere sotto stretto controllo medico.


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I TRATTAMENTI ESTETICI PER LA TERZA ETÀ 

I TRATTAMENTI ESTETICI PER LA TERZA ETÁ

Terza età uguale momento ‘magico’ della vita se la salute ed una buona consapevolezza di sè si accompagnano a ritmi più lenti ed appaganti. Lo sanno ormai tutti: i sorprendenti avanzamenti raggiunti dalla medicina e da altre discipline scientifiche hanno favorito un allungamento significativo dell’esistenza media umana abbinata ad una ottimale sua qualità. Addirittura, anche in riferimento a quella fase della vita, si preferisce al termine di ‘buona salute’ quello di ‘benessere’, intendendo un insieme di equilibrio fisico, psichico, intellettuale e di relazioni sociali che consente a uomo e donna di ‘stare bene con se stessi e con gli altri’. Questo obiettivo non si raggiunge con la bacchetta magica. Ci vuole un pizzico di fortuna, insieme ad una precisa attitudine mentale, uno stile di vita acquisito negli anni, una profonda conoscenza delle proprie aspirazioni e limiti. Insomma il benessere è un bene prezioso che va aiutato a crescere e ad essere conservato. Questo principio vale anche per tutti gli aspetti estetici e per tutte le età. Anche l’estetica non è quindi una componente a se stante ma rientra nel più complesso ed articolato progetto di benessere che si deve perseguire per garantirsi una vita serena.

Niente si improvvisa 
Parlare di ‘trattamenti estetici per la terza età’, espressione un po’ riduttiva ma efficace, significa indagare da un lato su quelli che sono gli inestetismi tipici di quel momento della vita ma anche ragionare in funzione di quanto è stato fatto prima.
Se la donna, o l’uomo, hanno per tutto la vita seguito un regime alimentare sano, praticato regolare attività fisica, ‘curato’ la pelle in modo costante, con regolarità e prodotti di qualità, gli inevitabili segni che il tempo lascia sulla pelle di tutti saranno ridotti. Si sa che esiste poi anche un fattore assolutamente individuale, che ci sono problematiche personali legate alla genetica ma nulla si improvvisa, men che meno nell’estetica. E quindi senza fanatismi non si può pensare di correre ai ripari dopo anni di incuria. Gli stessi interventi di chirurgia estetica, per definizione più radicali negli esiti, necessitano di trattamenti pre e post.

Avanzano più’ invecchiamenti 
Parlando di età avanzata, o per meglio dire ‘matura’, si possono raccogliere la maggior parte delle manifestazioni inestetiche (soprattutto riferite al viso) intorno a un unico grande basilare tema: quello del l’invecchiamento cutaneo. Un processo assolutamente naturale, irreversibile che affonda le sue origini sin dalla giovane età e proprio per questo va arginato, conosciuto e seguito passo a passo. Man mano che la pelle invecchia – ed invecchia in modo variabile secondo i soggetti – il processo di rinnovamento delle sue cellule rallenta con evidente assottigliamento dei suoi strati ed una diminuzione della sua elasticità. Sul viso lascia rughe, le meno sopportate, insieme a pelle opaca e spenta, tessuti rilassati come avvizziti (favoriti anche nella donna in menopausa da fattori ormonali che non agevolano il rinnovamento cellulare). Non si dimentichi che questo processo naturale viene notevolmente accellerato dall’uso sconsiderato del fumo e da un’esposizione eccessiva al sole. Si pensi a donne ancora molto affascinanti, perennemente ‘bruciate ‘ dal sole e per questo con la pelle ‘solcata’ in modo innaturale: in questo caso si parla di photo-aging, cioè di foto- invecchiamento causato dai raggi ultravioletti del sole, dalla lampade UV e dai fattori ambientali. Ci sono poi gli aspetti psicologici che esercitano in modo sensisible una precisa azione. I dispiaceri o più in generale una visione pessimistica dell’esistenza modificano l’espressione del viso e con l’espressione anche la sua forma. Sul viso di un adulto si legge davvero tutto. Una ottimismo di fondo, una fiducia nel sorriso come risorsa terapeutica anche quando tutto sembra ‘contro’ può aiutare la pelle a restare distesa. Scontato, forse, ma se ci si sofferma ad un’osservazione dei visi si potrà notare quanto c’è di vero anche nell’influenza fortissima degli aspetti psicologici. La serenità è un ottimo antidoto all’invecchiamento anche della pelle.
Gli elementi che concorrono al suo sviluppo sono dunque legati a fattori endogeni ed esogeni. Nell’individuo maturo si sommano. I fattori genetici e processi metabolici, le variazioni ormonali inevitabili col passare del tempo (soprattutto nelle donne con la comparsa della menopausa), causano assottigliamento del derma (lo strato più interno della pelle) e dell’ipoderma e di tutte le strutture di sostegno su cui la forza di gravità agisce. Con la presenza di rughe ma anche di discromie (alterazioni della pigmentazione della pelle con comparsa di macchie), ispessimenti, ruvidità, teleangectasie (lesioni vascolari cutanee). In più, come già sottolineato, si aggiunge l’invecchiamento cosiddetto ‘ambientale’ causato dall’esposizione ai raggi solari, inquinamento, stress, dal fumo, dall’assunzione di sostanze chimiche che rendono la cute sottile, atrofica, pallida e rilassata.

Rughe & altro 
L’inestismo più evidente è la ruga, un solco di varia intensità, permanente sulla pelle. Anche delle rughe si distinguono varie tipologie; Da quelle cosiddette di espressione legate quindi alla trazione esercitata dai muscoli mimici facciali a quelle gravitazionali che compaiono quando le strutture di sostegno, ovvero le fibre di collagene ed elastiche non riescono più a controbilanciare la forza di gravità, da quelle causate dalle radiazioni solari più presenti nelle zone del viso a maggiore esposizione (che spesso si diffondono creando una trama estesa di alterazione della pelle) fino a quelle ‘da sonno’ determinate dall’iterazione di una stessa posizione durante le ore di sonno che di solito si ricompongono durante il giorno ma possono anche progressivamente stabilizzarsi.
Quali siano le cause, restano segni che in fondo vanno accettati come simboli di una vita vissuta ma anche contenuti nei loro effetti più devastanti grazie a trattamenti riparativi e soprattutto ad un’accurata prevenzione.
Effetto dell’invecchiamento cutaneo è anche un’alterazione dei volumi del viso. Indebolendosi i tessuti ossei, adiposo e muscolare sottostanti la pelle, ecco che in alcuni parti il viso sembra svuotarsi, perdere elasticità e turgore e cedere, modificando le sue originarie caratteristiche.

Prevenzione soprattutto. E poi strategie personalizzate 
La prevenzione può contrastare l’invecchiamento più di qualunque altro intervento. E per prevenzione si intende una vera strategia fatta di equilibrate esposizioni al sole ma soprattutto di detergenza e tonificazione accurata eseguite sin da giovane e adeguate al tipo di pelle (integrata con regolari trattamenti esfolianti) e di applicazione di prodotti idratanti e nutrienti ‘doc’ con particolare attenzione per quelle parti del viso, ad esempio il contorno occhi, che sono più delicate e richiedono quindi preparati più ‘attivi’ (ad alta performance oggi i ‘sieri’). Chi sin da giovane ha curato così la pelle ricorrendo all’estetista per trattamenti più intensivi, difficilmente avrà sorprese eccessive in età matura. Nel tempo cambia la pelle e devono modificarsi i preparati da usare naturalmente, perché maggiori sono le esigenze riparatrici.
I consigli di operatrici estetiche e medici specializzati in medicina estetica puntano ad una massima personalizzazione del trattamento. Ogni pelle richiede un intervento mirato ma anche sul fronte estetico sono tanti i progressi ottenuti da sperimentazioni e ricerche. Per l’inestetismo maturo è necessaria una cosmetica che tratti in profondità, in modo efficace ed incisivo, garantendo protezione e restituzione di un parziale ripristino delle condizioni pre-invecchiamento laddove è possibile. L’operazione esfoliante è fondamentale per eliminare lo strato superficiale di cellule morte e preparare la pelle a ricevere al meglio i principi attivi dei preparati. I trattamenti a base di acido ialuronico sono ideali nel trattamento delle rughe e dell’alterazione dei volumi proprio perché questo tipo di acido è un elemento naturale presente nella pelle che quando viene a mancare causa disidratazione e perdita di volume. Quindi intorno alle labbra, su mento, contorno occhi, mento e ovunque il rilassamento sia più evidente è molto efficace. A partire dalle ventenni, il mercato propone prodotti ad azione ‘antiaging’ proprio perchè la sensibilizzazione su questo argomento è cresciuta negli anni. Per le pelli mature cambiano un po’ l’ottica e la composizione ed ecco che si parla di prodotti ad azione ridensificante con principi funzionali al rassodamento principalmente. Si parla oggi di cosmeceutici, preparati a metà tra cosmetico e farmaco, con formulazioni sofisticate ad alta concentarzione di attivi. Od ancora di elettrocosmesi, rappresentata da apparecchi elettronici atti a distendere le rughe e far penetrare meglio gli attivi. Ci sono poi trattamenti più importanti, da ricevere in centri specializzati come i cosidetti fillers (riempitivi a base di acido iaulorinico, collagene, elastina, alfaidrossiacidi), peeling chimici (superficiale o più profondo), laser resurfacing (rigenerazione della superficie cutanea con laser CO2 ), applicazione di acido retinoico (ovvero vitamina A ‘acida, un farmaco ) o ancora il retinolo che è vitamina A ma ‘semplice’ quindi presente nei cosmetici oaddiritura una integrazione di più metodi per un programma ad ampio raggio di ringiovanimento del viso. Da alcuni è consigliato anche l’utilizzo di integratori multivitaminici e antiossidanti. Come si vede la scelta è ampia e attuale. L’importante è affidarsi a operatori competenti che sappiano adattare ciò che il mercato e la ricerca offre al personale caso con serietà e nella massima sicurezza.

L’ELETTROSTIMOLAZIONE

L’ELETTROSTIMOLAZIONE

 

La contrazione di un muscolo scheletrico è il frutto dell’ “idea del movimento ” che si crea a livello cerebrale, della sua trasmissione dal cervello al muscolo tramite fibre nervose ed infine dall’attuazione della contrazione legata all’impulso trasmesso al muscolo da strutture neuromuscolari specializzate, le placche neuromotorie. 

  

idea di movimento

Ciò che consideriamo “naturale e spontaneo”, quale il movimento degli arti, è in realtà il risultato di una raffinata macchina anatomica che, con l’esperienza e l’allenamento, giunge a far vivere come naturale e spontanea la coordinazione, l’armonia e la leggerezza del movimento.

In effetti, tutti noi abbiamo dovuto imparare non solo a pensare di eseguire un movimento, ma di eseguirlo correttamente, dosando la forza necessaria, coordinando i vari segmenti scheletrici coinvolti mantenendo l’equilibrio e la visione del movimento.

La fibra muscolare, mediante l’alternanza di fasi di contrazione e rilascio della fibra stessa, consente di agire, ma, come si è accennato, l’ideazione del movimento avviene nel cervello e da lì, attraverso le vie nervose centrali e periferiche, viene trasmesso alle placche neuromotorie presenti nel muscolo. La funzione di queste ultime è di propagare l’impulso per l’esecuzione del movimento voluto, facendo contrarre il corretto numero di fibre per ottenere l’energia desiderata.

 

Struttura di un muscolo scheletrico

La natura elettrochimica della trasmissione dell’impulso neuromotorio ha consentito l’applicazione di correnti elettriche adeguate in termini di frequenza (Hz), intensità (mA) e durata (msec), ad uso terapeutico-riabilitativo e sportivo. L’elettrostimolazione, sfruttando tale principio fisico, è in grado di contrarre, sottraendole alla volontà, le fibre muscolari ed indurre analgesia “spegnendo” l’impulso doloroso trasportato dai nervi periferici ( TENS: transcutaneous electrical nerve stimulation). L’evoluzione tecnologica ha consentito la creazione di apparecchiature sempre più ridotte in dimensioni, mantenendone la potenza erogratrice, e sempre più “intelligenti” nella gestione dell’energia erogata per la presenza dei computer all’interno degli elettrostimolatori stessi, creando i presupposti per l’elettrostimolazione domiciliare mediante apparecchiature sicure e maneggevoli. L’elettrostimolazione diviene quindi una pratica terapeutico-riabilitativa la cui applicazione può essere spostata dagli ambulatori ospedalieri/medici al proprio domicilio in tutta sicurezza.

Applicazioni dell’ettrostimolazione

RIABILITAZIONE

Ogni individuo che avendo subito un’immobilizzazione per un qualsivoglia trauma muscolo-scheletrico debba, una volta libero di riprendere il movimento, recuperare il tono ed il trofismo muscolare, ovvero la “contrattilità” ed il “volume” dei muscoli colpiti dall’incidente può utilizzarla. L’elettrostimolazione, attivando il muscolo mediante la stimolazione delle placche neuromotorie, recupera in tempi rapidi il tono muscolare consentendo un ritorno alle attività contro resistenza con le quali il muscolo può recuperare trofismo. Inoltre la contrazione muscolare, spremendo il sangue venoso verso il cuore, drena liquidi che, in assenza di attività, “ristagnano” alimentando ulteriormente la sofferenza dei tessuti colpiti dal trauma. L’attività di pompa muscolare indotta dalla contrazione elettrostimolata ridurrà gli effetti degli edemi da stasi venosa e linfatica, legati al trauma ed alla immobilizzazione, favorendo il recupero degli arti infortunati. L’elettrostimolazione inoltre è in grado di sedare la trasmissione dolorosa, che dalle zone sofferenti viene inviata al cervello, “spegnendo” temporaneamente, grazie agli impulsi elettrici, le terminazioni nervose della zona interessata. Questa sedazione del dolore, che avviene quindi senza assunzione di farmaci, consente di affrontare il percorso riabilitativo, spesso doloroso e mal tollerato, con maggior impegno da parte del paziente che vedrà così accelerare i tempi di guarigione.

ESTETICA

 L’effetto drenante della contrazione muscolare provocata dall’elettrostimolazione viene sfruttato non solo in campo strettamente terapeutico, ma anche estetico. La cellulite, che spesso affligge il sesso femminile, riconosce diversi fattori che ne favoriscono la formazione e tra di essi una circolazione venosa e linfatica inefficace.

L’applicazione di elettrostimolatori viene impiegata con il duplice scopo di favorire l’effetto drenante della pompa muscolare sul ristagno di liquidi, rallentando il processo di formazione delle placche cellulitiche.
L’elettrostimolazione può avere infine un “effetto modellante” ottenuto con la contrazione dei muscoli opportuni.

PREPARAZIONE ATLETICA

 La possibilità di modulare la contrazione muscolare mediante stimolo elettrico è ampiamente utilizzata nello sport agonistico per ottenere un aumento di potenza della fibra muscolare e per defaticare il muscolo al termine dello sforzo. L’utilizzo a tale scopo richiede un’adeguata conoscenza e apparecchiature dotate di programmi adatti onde evitare di procurare danni muscolari da eccessiva stimolazione. 

 Controindicazioni

Esistono anche alcune controindicazioni all’utilizzo dell’elettrostimolatore che è bene sapere.
Le persone portatrici di pace maker, affette da epilessia o tumori, le donne in gravidanza così come coloro che hanno ferite aperte non debbono sottoporsi a trattamenti elettroterapici.
Chi soffre di fragilità capillare periferica è opportuno usi con moderazione e cautela l’elettrostimolazione onde evitare un aumento, inestetico, ma non pericoloso, del numero di capillari rotti.

 

FONTE

PRESSOTERAPIA: COS’E’ E COME SI USA

La Pressoterapia è un trattamento che sfrutta meccanismi di pressione modulata sugli arti interessati, per esempio, da edema, ritenzione idrica, problemi circolatori e cellulite. Quindi, la sua funzione è tecnica, ma anche estetica. La pressoterapia è comparsa nel mondo dell’estetica circa 15 anni fa. Le apparecchiature di pressoterapia hanno suscitato un notevole interesse e riscosso molto successo poiché trasmettono una immediata sensazione di benessere, sono di facile applicazione e danno buoni risultati. 

Globus-G2000-Luxury FabbricaBenessereL’azione pressoria agisce sulla circolazione venosa e linfatica rendendola più efficiente e migliorando di conseguenza circolazione, metabolimo, inestetismi estetici di più frequente riscontro: cellulite, ritenzione di liquidi, ectasie ecc. E’ inoltre di facile associazione con altri trattamenti estetici o terapie mediche utilizzate per prevenire o attenuare gli inestetismi e le patologie sopra descritte. 

Gli apparecchi per la pressoterapia, attraverso pressioni dosate ai tessuti, facilitano il drenaggio del liquido interstiziale e dei soluti che vi si trovano, attivando anche la circolazione venosa e liberando l’ambiente extracellulare dalle scorie che le cellule costantemente vi riversano. 

La pressione non viene esercitata conteporaneamente su tutta la superficie coperta dai segmenti o dai gambali, ma secondo una sequenza centripeta che è quella seguita dal sangue venoso e dalla linfa. 

La sequenza pressoria favorisce l’entrata del liquido interstiziale nei vasi linfatici e nell’albero circolatorio, attivandone il naturale percorso. La pressoterapia è utilizzata principalmente per il trattamento degli arti inferiori, le zone del corpo che presentano maggiormente problemi di tipo circolatorio ed è indicata in tutti i casi in cui è indicato il massaggio manuale. 

Può inoltre essere ottimizzata dall’utilizzazione di oli essenziali specifici ad azione drenante applicati manualmente o con l’ausilio di specifici bendaggi. Per ciò che concerne le controindicazioni è assolutamente sconsigliata in presenza di varici o flebiti. Un ciclo ditrattamento prevede 10/12 applicazioni due – tre volte la settimana, con un controllo periodico e una terapia di mantenimento adatti alle esigenze individuali.

Consigli d’uso 

Un trattamento di 15 minuti ad una pressione media (60-80 mmHg) è consigliato.Ma i valori di tempo e di pressione possono essere modificati in base allo stato del paziente e alle indicazioni del medico. Si raccomanda di iniziare con le persone che non hanno mai effettuato questo tipo di trattamento con un tempo massimo di 5 minuti alla pressione minima. Se non si incontrano problemi si può incrementare tempo e pressione progessivamente ad ogni trattamento. La frequenza di utilizzazione giornaliera non prevede limiti e un maggiore uso spesso si traduce in migliori effetti.

Ricordate di respirare profondamente e seguendo il ritmo di riempimento e di svuotamento di ciascuna camera (respirazione addominale), perchè il ritmo della pressoterapia è simile al ritmo respiratorio. Quindi si deve espirare quando l’aria fuoriesce dalle camere e si deve inspirare quando l’aria entra nelle camere. Questa sincronizzazione rende più efficace l’effetto della pressoterapia. Se si utilizza la pressoterapia  prima o dopo esercizi fisici o stretching, l’effetto degli stessi viene facilitato: ecco perché i risultati sono quasi immediati, efficaci e duraturi.

 

Fonte